Tutto ebbe inizio quando studiava per diventare avvocato, nel Regno Unito. Con una famiglia benestante e buone prospettive professionali, il futuro gli appariva luminoso. Ogni giorno si svegliava con un senso di certezza.
Il suo obiettivo principale gli era ben chiaro: prepararsi a diventare un professionista del diritto e, grazie al lavoro, condurre una vita agiata. Poi, però, colse l’opportunità di fare il giro del mondo, e tutto cambiò.
Mohandas K. Gandhi andò in Sudafrica e vide l’oppressione.
All’improvviso, trovò uno scopo più elevato: liberare gli oppressi di tutto il mondo. Ed eliminò dalla propria vita ogni altro impegno. Definì questo processo “ridurre se stesso a zero”. Si vestì con una stoffa tessuta a mano (khadi) e ispirò i suoi seguaci a fare lo stesso.
Per tre anni non lesse i giornali perché trovava che aggiungessero soltanto confusione non essenziale alla sua vita. Per trentacinque anni sperimentò svariate diete per semplificare la propria alimentazione.
Un giorno alla settimana osservava il voto del silenzio.
Sarebbe un eufemismo dire che rifuggiva il consumismo: quando morì possedeva meno di dieci oggetti. Dedicò la vita ad aiutare il popolo indiano a ottenere l’indipendenza. Non volle mai ricoprire alcuna carica politica, eppure in India diventò ufficialmente il “Padre della Nazione”.
Il suo contributo si estese ben oltre i confini del Paese.
Come disse il generale George C. Marshall, segretario di Stato americano, alla sua morte: “Il Mahatma Gandhi era diventato la voce della coscienza dell’umanità, un uomo che ha reso l’umiltà e la semplice verità più potenti degli imperi”.
Albert Einstein aggiunse: “Le generazioni che verranno stenteranno forse a credere che un tale uomo abbia camminato in carne e ossa su questa terra”.
È incontestabile che Gandhi abbia vissuto una vita importante. Non c’è bisogno di provare a emularlo per trarre beneficio dal suo esempio di perfetto Essenzialista. Tutti possiamo liberare la nostra vita dall’inessenziale e abbracciare la via dell’Essenzialismo: a modo nostro, con i nostri tempi e nella misura che vorremo.
Tutti possiamo vivere un’esistenza che sia non soltanto basata sulla semplicità, ma anche significativa e in grado di dare un grande contributo al mondo.
Bibliografia:
– Essentialism di Greg McKeown
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